A lllora è arrivato il momento di imparare come leggere una bolletta elettrica!
La bolletta elettrica è forse uno dei documenti più odiati da noi italiani in quanto ci sembra che sia (e forse lo è veramente!) un documento arbitrario con il quale ci vengono estorti dei soldi. Nella realtà dovrebbe essere una semplice rendicontazione, chiara e concisa di quanto abbiamo prelevato dalla rete elettrica e quanto ci è costato.
Nella realtà oltre al danno abbiamo anche la beffa nel senso che oltre a non capirci molto siamo bersagliati di telefonate da parte di call center che vogliono a tutti costi farci cambiare fornitore. Ognuno che telefona ha la soluzione migliore per noi ma non è così e ogni volta che cambiamo fornitore finiamo dalla padella nella brace… E’ arrivato il momento di iniziare a capirci qualcosa! Per districarci in questa materia iniziamo col fare la distinzione tra Servizio di maggior Tutela e mercato libero.
In tale regime, le condizioni economiche e contrattuali sono regolate dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas e il sistema idrico AEEGSI, non solo per quanto riguarda la distribuzione e il trasporto dell’energia (come avviene anche per il mercato libero), ma anche per il prezzo di compravendita dell’energia dal produttore al cliente finale.
Nel servizio di maggior tutela è quindi l’Autorità a definire il prezzo dell’energia, aggiornando trimestralmente le condizioni economiche di riferimento, principalmente tenendo conto dell’andamento delle quotazioni internazionali degli idrocarburi (petrolio e gas).
Nel mercato libero dell’energia, esiste un regime di concorrenza tra gli operatori regolato da obblighi a tutela del consumatore stabiliti dall’ AEEGSI, che dovrebbe garantire una maggiore efficienza del mercato e assicurare al consumatore finale libertà di scelta tra una pluralità di fornitori. La parte liberalizzata è solo la parte relativa alla commercializzazione dell’energia mentre i servizi di trasporto e distribuzione dell’elettricità resta in gestione a società (regolate da tariffe fissate dall’Autorità AEEGSI) dette soggetti concessionari, (vedi ENEL per la distribuzione e Terna per il trasporto) in regime di monopolio naturale o di concessione, a causa della difficoltà tecnica ed onerosità della riproduzione delle infrastrutture idonee a tali attività.
Ovviamente, le attività di distribuzione e trasporto non sono oggetto di negoziazione tra venditore e cliente, ma hanno tariffe stabilite per legge e uguali per tutti i fornitori, in quanto regolamentante dall’AEEGSI. La “contrattazione” tra fornitore e utente finale avviene solo per il prezzo di acquisto dell’energia, che varia a seconda del fornitore scelto e delle condizioni contrattuali che il consumatore stipula con esso. La cosa che dobbiamo sapere è che salvo ulteriori proroghe, a partire dal 1° gennaio 2018 in base a quanto stabilito dal Ddl Concorrenza, il regime di maggior tutela per luce e gas sarà abolito. Questo significa che entro quella data, anche quel 75% di famiglie italiane che dalla liberalizzazione dei mercati energetici non sono ancora passate al libero mercato dovranno scegliersi un operatore tra i tanti presenti sul mercato e sottoscrivere un nuovo contratto luce e gas.
Andiamo ora a vedere le voci di costo di cui è composta una bolletta elettrica che, in ogni caso sia nel mercato libero che nel regime di maggior tutela, sono:
Sono la quota maggiore, pari circa al 50%, della bolletta dell’utente domestico tipo (potenza impegnata pari a 3 kW e consumi annui pari a 2.700 kWh). Questi servizi comprendono i costi delle attività sostenuti dal fornitore per acquistare e rivendere l’energia elettrica al cliente finale. Sono a loro volta suddivisi in:
Le voci della spesa per la materia energia
Questa quota copre le spese per le attività di trasmissione dell’energia sulle reti nazionali, di distribuzione a livello locale e di misura, ossia la gestione del contatore. Per questi servizi di rete si paga una tariffa uniformemente applicata su tutto il territorio nazionale, tale tariffa è fissata annualmente dall’Autorità tenendo conto dell’inflazione, degli investimenti realizzati per migliorare la continuità del servizio e degli obiettivi di recupero di efficienza. I servizi di rete sono divisi in:
Questi oneri coprono in sostanza i costi legati al funzionamento del sistema elettrico. Sono pagati da tutti i clienti finali con l’eccezione di alcune voci per i destinatari del bonus elettrico. Gli oneri generali di sistema vanno a coprire:
Imposte erariali e addizionali provinciali a scaglioni e l’imposta sul valore aggiunto (IVA). Per le forniture ad uso domesticoattualmente l’IVA è applicata al 10% sul costo totale della bolletta; per i clienti con “usi diversi” l’IVA è pari al 22%. I clienti domestici fino a 3 kW di potenza e con consumi inferiori a 1.800 kWh annui godono di un’agevolazione sull’accisa se l’abitazione è di residenza anagrafica.
A questo punto occorre capire come funziona il tipo di tariffazione che viene applicato. Per l’uso domestico si applicano le seguenti tariffe:
Per chi non è del settore, capire il dettaglio di una bolletta della luce e del gas può essere veramente un’impresa. Tra servizi di vendita, servizi di rete ed oneri generali di sistema, la bolletta sembra proprio fatta apposta per confondere le idee. Quante volte ci siamo chiesti perché i servizi di vendita sono solo il 45% della nostra bolletta?
Le tariffe domestiche hanno una struttura a scaglioni di consumo, ovvero il costo di alcune componenti tariffarie aumenta ‘a gradino’ quando si supera una certa soglia di consumo, sia che si sia nel mercato libero che nel servizio di maggior tutela. Attualmente le tariffe domestiche si diversificano su quattro scaglioni di consumo:
Quello che c’è da sapere è che per la tariffa D2 la progressività è molto evidente per quanto riguarda gli oneri di sistema (pagati allo stesso modo da clienti in tutela e liberi) ma lo è soprattutto per quanto riguarda il costo dei servizi di rete. Con la tariffa D3 si pagano invece con scaglioni progressivi di costo solamente i servizi di rete.
Nella pratica possiamo dire che i costi variabili che si pagano in bolletta (escluse le imposte) sono piuttosto bassi per i due scaglioni di consumo fino a 2640 kWh. Oltrepassata questa soglia il prezzo del chilowattora cresce parecchio; tanto per capirci il costo marginale del kWh se si rimane nell’intorno dei 2500 kwh annui è di circa 20 centesimi mentre oltrepassa i 25 centesimi di euro negli scaglioni di consumo annuo tra 2640 e 4440 kWh ed arriva a quasi 30 centesimi per ogni kWh consumato oltre i 4440 kWh di consumo annuo.
Con la direttiva europea 27/2012 sull’efficienza energetica, recepita in Italia dal decreto legislativo n. 102/14, l’UE ha invitato le autorità competenti di ciascun paese dell’unione a riformare i loro mercati energetici per renderli compatibili con gli obiettivi comunitari. Il che significa per l’Italia superare l’attuale struttura progressiva delle tariffe di rete (costi di trasporto e distribuzione) e degli oneri generali di sistema. In linea con gli obiettivi strategici per il quadriennio 2015-2018, l’Autorità ha emanato il 2 dicembre 2015 la delibera 582/2015/R/eel con la quale ha stabilito la versione definitiva della riforma delle tariffe elettriche per i clienti domestici.
Le nuove tariffe non progressive verranno introdotte per step nel modo seguente:
Dal 1 Gennaio 2016:
Dal 1 Gennaio 2017:
Dal 1 Gennaio 2018:
L’obiettivo di questo nuovo metodo di tariffazione dovrebbero essere i seguenti:
Ci dovrebbe essere un piccolo impatto negativo su chi consuma poco a vantaggio di grossi risparmi per coloro che hanno dei consumi elevati, con una differenza dell’oltre 30% per entrambi. Questo nell’ottica di spostare i consumi delle famiglie verso apparati elettrici ad alta efficienza, (vedi pompe di calore) per ridurre invece i consumi sugli altri vettori energetici come il metano o il gpl, i quali hanno un impatto negativo sulla bilancia commerciale e sono più inquinanti se paragonati con l’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili.
Quindi riassumendo dobbiamo imprimerci nella mente che: dal 01 gennaio 2018 bisognerà necessariamente passare al mercato libero ed in più finirà la progressività in bolletta dei costi legati ai servizi di rete e agli oneri di sistema: questo essenzialmente ci comporta 3 cose: